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Brava. Ho solo un'obiezione (la solita) e un'aggiunta.

L'obiezione: le canzoni che di più assomigliavano a Cenere sono state scritte e prodotte da persone diverse, quindi secondo me il problema della biodiversità del pop italiano è a monte, rispetto a quanto dice l'articolo del Post. Cioè, non è il frutto di una conventicola, è il solito maledetto conformismo italiano a cui si aggiunge la mentalità major di fare hit replicando altre hit. Che poi, secondo me, leggerla così rende ancora più solida la tua argomentazione: è la macchina che fa la macchina, e non importa chi abbia il controllo delle manopole.

L'aggiunta: giustissima la frase sull'ansia di fare prima il percorso e poi l'artista, ma su Angelina Mango osservo anche la corretta scelta del mgmt di non buttarla subito sui palchi più grandi, farle fare i live nei club (ok, i club più grossi, but still) anziché portarla in trionfo verso stadi e mega open-air come certi talenti gardesani; non so se questo aiuti a diventare artist* migliori, ma penso ti esponga meno a grossi drammi tipo burnout o secondi dischi imbarazzanti.

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